Si esatto, questa frase che può apparire “strana“, in realtà è vera al 100%.
Quando qualcuno nelle mie sessioni mi dice: “Io ho paura quando…” oppure “Io sono spaventato, spaventata da…”, gli chiedo di raccontarmi: che faccia ha questa paura, come si chiama, quanto pesa, di che colore è, e dove si trova esattamente ora.
Ponendo queste domande, si inizia a capire in modo chiaro la prima cosa importante: la paura e la persona non sono la stessa cosa visto che le risposte a queste domande, non profilano affatto la persona che ho dinnanzi.
Quindi, qualsiasi cosa sia, visto che è altro rispetto a ciò che noi siamo, può essere modificata e questo è il primo passo importante che ti serve capire.
E allora che cos’è questa paura?
Proviamo a rifletterci insieme: se tu ora pensi di essere spaventato, spaventata da qualcosa, mettiti comodo, comoda e inizia a fare a te stesso, te stessa le domande che ho suggerito prima.
Che faccia o forma ha questa tua paura?
Che nome ha?
Che colore?
Quanto pesa?
Quanto è grande rispetto a te?
E dove si trova esattamente adesso?
Dopo che ti sarai risposto, risposta, a prescindere da quanto ti appaia grande o pesante, con l’aiuto della mente, rimpiccioliscila fino a tenerla comodamente tra le tue mani.
Abbi molta pazienza, a volte potrebbero volerci più passaggi “rimpicciolenti“ per percepirla sufficientemente piccola, al punto da poterla immaginare fra le tue mani.
Fatto questo passaggio, poniti queste domande:
“Cosa ne voglio fare ora di questa paura?“,
“Mi è ancora utile?”,
“La voglio ancora tenere qui nelle mie mani?“
Se la risposta è no, immagina di lanciarla così lontano da non riuscire più a vederla (se vuoi, puoi ripetere anche due o tre volte questo passaggio, finché non sarà sparita dalla tua mente).
Se invece la risposta è sì, allora chiediti: “Per cosa mi è ancora utile tenerla?”
In questo caso ti stupirai, perché capirai che la paura è una tua alleata e ti spinge ad evitare qualcosa che, probabilmente, o non vuoi o non sei pronto/pronta a vivere.
E quindi, sia che sparisca come nel primo caso, sia che divenga una tua alleata, come nel secondo, di certo ora non pensi più di essere pauroso/paurosa o spaventato/spaventata.
Quello che abbiamo appena fatto insieme, è un semplice esercizio di visualizzazione che può aiutarti a capire e gestire in autonomia il processo con cui i tuoi pensieri generano le tue emozioni.
Perché le paure, sono solo il nome che noi diamo all’insieme degli stimoli fisici provocati da alcune sequenze di pensieri che siamo abituati a processare con la mente.
Spesso addirittura i nostri pensieri riguardano eventi presupposti e di conseguenza non ci sono utili, pertanto se li interroghiamo e cerchiamo di “smascherarli” (anche con un piccolo esercizio immaginativo come quello che ti ho mostrato), possiamo liberarci del tutto di una condizione che non ci permette di vivere al meglio la nostra vita.
Quindi ricorda, qualunque paura tu creda di avere, è frutto di una sequenza di pensieri che hai imparato a fare.
Tu non sei tuoi pensieri e non sei le tue emozioni.
Bensì tu hai il potere di pensare e di emozionarti.
Quindi, se ciò che ti hanno insegnato a pensare, non è più coerente con ciò che sei e con ciò che vuoi, puoi cambiare questo pensiero, cambiando di conseguenza l’emozione che proverai.
Scrivimi nei commenti se hai provato l’esercizio immaginativo e che cosa ti sei dato il permesso di trasformare o allontanare da te.
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